Erano mesi che non mi sentivo così disteso. Ho lavorato sodo per preparare la mia prima mostra di quadri e finalmente ieri sera mi sono donato al pubblico. Ero felice come un bimbo appena nato; se ci pensi, cos’altro conoscono i bambini se non l’armonia e la morbidezza del grembo materno? Non desiderano altro che perdersi in un tenero abbraccio. Io ho deciso di abbracciare la mia anima ed il mio corpo; voglio prendermi un’intera giornata da dedicare a me stesso.
Mi sono svegliato senza fretta, rilassato come chi sa che, anche se per un giorno, non farà parte del mondo. Ho aperto la finestra e le persiane della mia camera per far entrare un pò d’aria fresca e una pennellata di luce, quel tanto che basta per farmi restare in dormiveglia. Poi mi sono perso di nuovo nel caldo tepore delle lenzuola, sorpreso a fissare quell’immagine della Madonna regalatami da mia madre.
Oggi mi sento buono, comprensivo. Verso il mondo ma soprattutto nei mie confronti.
Mentre aspetto che esca il caffé mi siedo sul divano e accendo una sigaretta. Nel soggiorno ho i soffitti alti, a volta, e col passare degli anni mi sono divertito a ricoprirli con una mare di foto, disegni e poster. Mentre mi stiracchio e distendo i pensieri, il gorgogliare della moka mi fa da colonna sonora.
Sorseggiato il nettare degli dei decido di fare un bagno caldo. Da quanto tempo. Con i ritmi di vita odierni sono sempre costretto sempre a docce sprint. Ma oggi non ci sarà nessuno a corrermi dietro, nessuno stress, nessuna preoccupazione, oggi ci siamo soltanto io e la mia voglia di tranquillità. A cosa servono i barbiturici quando hai 100 litri di puro relax?
Mentre attendo che tutto sia pronto il mio vicino verace cerca di distrarmi con il suo repertorio di musica napoletana, ma io non glielo permetto. Apro lo sportellino del cd e metto in filodiffusione un disco di Jeff Buckley.Accendo delle candele all’essenza di mandorlo, e poi mi immergo.
L’acqua calda ha un odore particolare, un odore che mi ricorda casa. Ma casa non in senso fisico. Casa come qualcosa insita in me, come una sensazione di essere perfettamente calzanti al mondo, uno stare bene che va al di là dello spazio e del tempo.
Lascio che la mia serenità scivoli lungo le mattonelle del bagno, poi lungo il corridoio, fino alla porta d’ingresso; e poi giù per le scale, una goccia alla volta, e raggiunga il resto del mondo.