martedì 5 giugno 2007

...Non-sense...

Non chiedetemi cosa significhi, non ha un inizio nè una fine...ero qui in preda a deliri mentali e ho scritto questa cosa mentre ascoltavo una canzone...
buona notte a tutti e spero che per voi domani sia un risveglio rivelatore...






Ho trascorso l’intera notte disteso a testa in giù con la stanza ribaltata di 180 gradi sul piano frontale; i soffitti alti quasi 5 metri sembravano restringersi col passare dei minuti, come una corsa contro il tempo mi avvicinavo sempre di più al pavimento per non restarne schiacciato, e più le pareti si avvicinavano a me più mancava l’aria, e cresceva sconsideratamente la temperatura del mio corpo in relazione a quella dell’ambiente.
Il sudore aveva creato a terra una mistura scivolosa, come quando in discoteca rischi di cadere e sbattere la faccia al suolo per colpa della sudorazione di tutti quei corpi in movimento al ritmo dello stesso beat.
Quando mi sono risvegliato mi sono scoperto nudo come un feto, rannicchiato in un angolo alla ricerca di un riparo, con una palla al piede pesante più di un dinosauro.
Avrei voluto uscire, far cambiare l’aria ai miei polmoni e ridare un pò di luce a questi miei occhi appassiti dalle troppe ore di buio, ma non ne ero in grado; così ho deciso di giacere nella penombra, ho aperto solo un piccolo spiraglio delle persiane di legno, quel tanto che bastava per permettermi di accendere qualche candela e poi mi sono seduto sul mio tappeto persiano, morbido, per me rassicurante più del grembo materno.
Ho iniziato a studiare, a leggere, ad immergermi in un mondo fatto di inchiostro nero su carta bianca, di personaggi e mondi di fantasia che riuscivo a figurare perfettamente come non mai. Sarò rimasto lì per giorni interi, forse settimane, ma nella mia mente il tempo scivolava via come la pioggia sul parabrezza di un’auto in corsa, non era più importante la cognizione temporale, ero come in un limbo, un universo parallelo dove la sostanza prevaleva sulla forma.
Poi ad un certo punto ho iniziato ad accusare la sete e la fame, mi sentivo stanco, piegato in due da quell’interminabile lasso di tempo trascorso con la testa china sui libri, mi sono guardato scosso le caviglie e ho scoperto che quella palla costrittrice era sparita, evaporata in una nube densa di parole e pensieri; ho spiccato un balzo inaspettato per i miei muscoli poco sviluppati; mi sentivo come Icaro, pronto per raggiungere il sole.
Sono corso in bagno, e lo specchio sul lavello mi profilava una sorpresa devastante. Avevi i capelli lunghi quasi fino al fondo schiena, sporchi, increspati, la barba incolta che nascondeva completamente i lineamenti.
Mi sono dato una ripulita, e quella lama sul viso lasciava trasparire nuovi segni sul mio volto, rughe che prima non abitavano i miei tratti somatici e che ora avevano trovato fissa dimora. Ero invecchiato, e non di qualche settimana come avevo ipotizzato; saranno trascorsi almeno cinque o sei anni.
Mi sono messo addosso i primi vestiti che ho trovato e sono sceso in strada, ero curioso, morivo dal desiderio di scoprire cos’altro il tempo avesse trasformato durante questo mio viaggio.
Il primo sintomo di estraneità l’ho avvertito subito sul pianerottolo; era tutto cambiato. Le porte delle abitazioni accanto alla mia ed i relativi nomi sulle targhette, le scale, il colore della vernice, il passamano... tutto. Ho iniziato a sospettare di trovarmi in un’altro posto, in un altrove qualunque, mi è venuto il dubbio che per qualche strana ragione il mio viaggio non fosse stato soltanto interiore, ma quell’esperienza mistica mi avesse spostato anche nello spazio.
Così sono corso a perdifiato per le scale e ho aperto il portone con impeto, sono uscito e ho rivisto la strada che vedevo prima ogni mattina alle 7:15 per andare a lavoro; non avevo viaggiato fisicamente, era solo il mio intelletto ad aver vissuto fuori dal mondo. Mi sentivo come un’entità superiore, ero arrivato alla conoscenza, conoscevo alla perfezione qualsiasi aspetto della vita, anche il più piccolo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei sicuro di non aver mangiato pesante? :)
Ogni tanto ci piace volare fuori dal nostro corpo e fuggire lontano... Ma come sarebbe bello fuggire veramente lontano?

Anonimo ha detto...

Bellissimo...vedo che il corso di Leo è servito a qualcosa! ;-)
Ma lo so che eri bravo anche prima!