mercoledì 30 maggio 2007

Se il cielo è vuoto o il cielo è pieno...


Il mio amico Remo è cotto

ci son troppe sere che va troppo in là e ci va di brutto

troppe sveglie con un cerchio cane

troppe fughe da dei letti solo per non dire un ciao

per non baciare mai.

Se il cielo è vuoto o il cielo è pieno

lui dice che ci guarderà da solo poi.

Il mio amico Cico è cotto

non l'ho mai beccato sciolto o ciucco,è così corretto

che ogni tanto io lo invio a cagare

ma bene o male

fra il Rosario e il valium io lo so cos'ha

di cui non mi dirà.

Se il cielo è vuoto o il cielo è pieno

il giorno che gli viene un dubbio creperà.

Se il cielo è vuoto o il cielo è pieno.

Sotto il cielo di Bologna

fra felicità e vergogna c'è già la spinta per vivere.

Sotto il cielo di Dublino,

Cairo, Bogotà e Pechino c'è già il motivo per vivere.

Io non so se sono cotto

certi giorni non mi basta ciò che vedo

e sento e tocco

però so che non so stare fermo

e so che cerco

e so che tante volte trovo e perdo qui

fra corpi solidi.

Se il cielo è vuoto o il cielo è pieno

il giorno che che ci guarderemo si saprà.

Se il cielo è vuoto o il cielo è pieno

se il cielo è vuoto o il cielo è pieno...

Ho il cervello spettinato, gli occhi in modalità stand-by, la voce sorda, i pensieri caotici come in una lavatrice in centrifuga... il cielo a volte è pieno, così carico da farmi paura, ho il timore che venga giù all'improvviso come un'asfissiante e pesante macigno. Altre volte è vuoto, privo di vita, scarico come un cellulare dimenticato sulla scrivania da settimane, come le pile di un giocattolo troppo presto tralasciato da un bambino. Ed io mi trovo in questo limbo, innocente come un neonato non battezzato costretto ad una vita in bilico...
E' strano come più si vuole guadagnare controllo sulla propria vita e più se ne perdono le briglie; allora non resta altro che lasciarsi andare... lasciarti trasportare dalla corrente fredda, dalle onde ossessive, dal flusso dell'esistenzza che non può scivolarti addosso... le nostre vite sono delle spugne, assorbono qualsiasi cosa e si trasformano ogni volta...
ma ad un certo punto le spugne non hanno bisogno di essere strizzate per essere riutilizzate?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao frankie,un giorno scriverò dei bei blog dell'inizio e ho conservato il tuo link per questo,
non mi scordo il tuo primo commento da me,e io ho scordato il mio a te,ovvio...
ma se tu passi ,passa un'eleganza di uno a cui vorrei somigliare un po, di uno che parla di spugne,come di vita, come di un fondo che si può toccare ,e di musica che spesso non conosco, come molti degli argomenti che tratti, una volta ti dissi che non commento calcio ,politica,o attualità ,per un 'insana riluttanza ad argomenti che qua non voglio far entrare e che riempiono quasi la vita vera, quella che ci circonda ogni giorno sia fuori,sia attraverso una televisione sempre più cinica e fredda,di cui raccolgo l'essenziale per un minimo di cultura personale,e anche professionale se vogliamo.
per il resto ,leggo i tuoi passaggi sempre con gioia.
ciao frankie,sei un bravo ragazzo tu.

Frankie ha detto...

grazie mille illogico...
Ma vorresti assomigliare a me????
hai il gusto dell'orrido??:):):)
passa quando vuoi qui, io faccio un giretto dalle tue parti spesso e volentieri!

Anonimo ha detto...

Molto bella la metafora della spugna...
ma è tua? o è come la storia dell'autista del tram...?
;-)
Prima o poi verrai strizzato e rimarrai sfinito!
un bacio!

Frankie ha detto...

non l'ho letta da nessuna parte la metafora della spugna..
quella dell'autista del tram l'ho usata per la recensione ma non me ne sono mai preso i meriti!

Rimarro strizzato?
Beh vorrà dire che avrò vissuto una vita così piena da rendere la mia spugna satura!